sabato 13 dicembre 2008

Aria di Natale a Sydney



La mia incostanza è impressionante, lo so.
Ma semplicemente non ho mai trovato il momento per scrivere.
Mi piace scrivere e non ho trovato il momento adatto tutto qui. Niente di strano.
Magari ora vi sareste aspettati il racconto di un viaggio esotico nella foresta pluviale, in cui avessi ingaggiato un combattimento con serpenti e ragni e meduse assassini.
Invece no, in questo periodo sono semplicemente entrata a fare parte della routine della città. Ma il bello è che mi sento la turista distaccata di questa routine. Per cui la vivo con occhi avidi di cogliere ogni sfumatura.
Mi piace prendere l’autobus ogni mattina, attraversare Centennial Park, in cui vedo tante persone che fanno jogging, persone in bici, persone che giocano a golf, altri che si allenano nel campo da rugby.





Mi piace stare alla fermata sotto casa per aspettare l’autobus.

Mi piace studiare i “caratteri” delle persone in autobus, e certe mattine ci sono delle scenette veramente carine… tipo: lo sapete che a Sydney è quasi estate no? Una mattina entro in autobus, stranamente non troppo pieno e vedo che erano tutti seduti da una parte dell’autobus.. e non capivo. Così, contenta di avere un paio di sedili tutti per me, (nonostante tutto il mio spazio vitale è ancora molto ampio e mi da' fastidio quando gli sconosciuti ci entrano) mi sono messa seduta bel bella e sola soletta in un ampio doppio sedile vuoto, con nessuno davanti e nessuno dietro… ma, dopo nemmeno 5 secondi, ho capito il perché della strana distribuzione dei passeggeri quella mattina…. IL SOLE!!!! Era una di quelle mattine di primavera inoltrata in cui il sole picchiava come solo a Sydney sa picchiare e soprattutto.... non avevamo l’aria condizionata!
Questo per introdurvi nel clima natalizio di qui… cioccolata ed aria condizionata, renne e bikini, alberi di natale e surfisti.


E’ stranissimo perchè a Natale noi mangiamo tanto e tante cose grasse, perché la tradizione vuole che in inverno si mangino cose più ricche… qui si sono importati tutto dall’Europa, anche le tradizionali cose da mangiare… ma sono completamente fuori luogo in estate!
Comunque vi racconterò poi cosa si prova a vivere un Natale al caldo.
Sicuramente non vedo l’ora di vedere i fuochi di artificio da 5 milioni di dollari che faranno a San Silvestro per festeggiare il nuovo anno.

Sydney è così, una giovane donna superficiale e frizzante, a cui piace divertirsi e attirare l’attenzione del mondo con cose... anche un tantino sopra le righe!

lunedì 27 ottobre 2008

Goran Bregovic @ Sydney Opera House (scusate ma sono stata tentata dai segni...)

Eccomi di nuovo. È passato un po’ di tempo lo so.

Non per incostanza, non per mancanza di riflessione, ma per scelta.
In questi giorni nella mia vita si sono succeduti una serie di eventi veramente travolgenti: persone che nascono, persone che muoiono. L’unica cosa da dire era il silenzio dei sentimenti.
Ora sono pronta.

Sono finalmente entrata in quel gioiellino di Teatro appoggiato sulla riva della baia di Sydney come un carillon: L’Opera House.
Quella sera il carillon suonava una musica divertente e spensierata, ma a volte anche triste e malinconica, insomma canzoni per matrimoni e funerali, come Goran Bregovic stesso insieme alla sua orchestra usa definirla.

Era un giovedi e con Giallu ci siamo incontrati dopo il lavoro a Circular Quay, che è il porticciolo di tutti i traghetti di linea della baia, al tramonto, ed abbiamo mangiato un romantico panino al Mc Donald.

Mentre ci dirigevamo all’ingresso del teatro, di corsa perché in ritardo come al solito, chi ti incontriamo? Una fan sfegatata del gruppo di Giallu! Piccolo il mondo!

Ci stavamo aggiornando su cose del tipo "ma te che ci fai qui" etc etc, quando si avvicina un ragazzo con capelli corti, occhiali da vista, stile casual, ma curato e un po’ anche finto trasandato, che ci fa’: “Italiani?” e noi “si!”; poi, guardando Gianluca, gli dice: “ma io ti ho visto stamattina mentre attraversavi la strada!”. Insomma, morale è che abita nel quartiere di Coogee, come noi, e fa il giornalista in una delle emittenti radio più popolari d'Australia. Piccola Sydney!

Così la fan di Giallu non ha potuto fare a meno di dire che lui era il chitarrista del suo gruppo preferito e alla fine il giornalista si è preso il bigliettino da visita degli Oloferne. Visto mai che ci scappa qualcosa?! Questa è Sydney. Puoi fiutare che dietro l’angolo c’è un' opportunità che ti aspetta in qualsiasi momento.

Dopo i saluti e gli scambi dei numeri etc, siamo finalmente entrati nell’Opera House.
Ecco le immagini, si commentano da sole.





















Il concerto è stato bellissimo, partito un po' in sordina ma alla fine il cuore freddo di questi anglosassoni del sud del mondo è stato riscaldato e ci siamo alzati tutti in piedi a ballare... e mi sono sentita a casa.










mercoledì 15 ottobre 2008

Ricordo l'Italia.

Dopo la prova che i canguri esistono, oggi vi do la prova che anche gli ipocriti esistono ancora! Purtroppo ho deciso di ricordarmi un po' la mia Italia.
Nonostante sono a Sydney, continuano a raggiungermi storie come quelle di una mia amica, che è stata sfruttata e presa in giro ancora una volta da un datore di lavoro ipocrita. Non credo di raccontare niente di nuovo, tutti noi conosciamo benissimo la situazione in questo periodo nel nostro bel paese, ognuno di noi ha un'amica con una storia da raccontare.
Quello che posso fare è scrivere, nero su bianco, per non far credere che siamo un branco di stupidi, che accettano senza nemmeno pensare che questa situazione sia sbagliata.

Dopo la laurea Chiara ha partecipato ad un Master ed ha conosciuto Carlo e Matteo della sua stessa città, con i quali divideva la macchina e le spese del viaggio per arrivare, ogni settimana, alla città in cui si svolgeva il master.
Dalle loro chiacchierate in macchina in poco tempo è nato un progetto: trasformare la loro conoscenza accademica in professionalità supportata da esperienza sul campo. Ne hanno parlato agli altri ragazzi del master ed alcuni di loro si sono uniti all'impresa.
Le premesse erano buone. Sono andati avanti circa 6 mesi, si sono creati i primi contatti, i primi feedback positivi. Fino a quando una grande compagnia non ha offerto loro... l'oro! ...un contratto. Ma la cosa strana era che in quel contratto non c'erano soldi.. cioè dovevano lavorare, trovare progetti, creare contatti, investire tempo e denaro, dare alla compagnia una parte del guadagno senza che la compagnia desse indietro niente... ah no.. qualcosa si, esperienza(?!) e un po' di formazione, per insegnare il loro metodo di prendere in giro gli altri.
Quell'oro iniziava a luccicare un po'meno. Un anno dopo, il gruppo di ragazzi si era trasformato in un gruppo di individui, spietati ed arrivisti in poche parole "liberi professionisti" che dovevano portare "risultati".
Chiara, Carlo e Matteo, che avevano ideato quel progetto, sono stati scaricati da questa grande azienda, con una gentile concessione di libertà dagli impegni presi.... che ipocrisia e falsità! non ti licenziano nemmeno più adesso, ma ti liberano gentilissimamente da un impegno che probabilmente ti teneva legato ad una realtà che non ti rispecchiava... e meno male! meno male che una ragazza di 30 anni non rispecchia quell'ambiente corrotto da un modo di pensare assurdo. Quel contratto, alla fine, si è rivelato un buon modo di reclutare persone in grado di portare guadagni, senza spese per l'azienda, e chi non è riuscito ad accettare il fatto di lavorare senza ricevere nulla in cambio, è stato gentilmente scaricato.

Qualche sera fa' all'Italian Film Festival, qui a Sydney, ho avuto il piacere di vedere il film di Virzi "Tutta una vita davanti" ed ho pianto tutto il tempo. Alla fine le mie colleghe australiane mi hanno chiesto come mai fossi così emotivamente toccata. Loro non possono capire la nostra frustrazione.

Capisco che probabilmente il periodo in generale non ci permetta di mantenere il livello di vita al quale eravamo abituati, ma dove sono finiti sentimenti e comportamenti corretti e leali? Ho perfino paura di scrivere una parola come etica?
Siamo veramente arrivati al punto in cui l'unico modo per capire se siamo diventati adulti è riconoscere che siamo passati dall'altra parte della barricata e siamo diventati esattamente come quelle persone che adesso stiamo giudicando?
Vi ricordate i cartoni animati di quando eravamo bambini? c'erano sempre un angioletto ed un diavoletto sulla spalla del protagonista quando si trovava a dover prendere una decisione... Ma dove sono finiti i nostri angioletti? perchè abbiamo smesso di ascoltarli e abbiamo deciso di scendere così tanto a compromessi con questa realtà MALATA?
Ed infine, è veramente più semplice abbandonare la nave piuttosto che cercare di cambiare certe dinamiche distorte tra i componenti dell'equipaggio?

Scusatemi se vi ho portato ad un piano con il meno davanti questa volta.

martedì 14 ottobre 2008

Incontri.

Oggi qui a Sydney piove.
E' un tempo veramente cupo, con nebbia e pioggia continua. Sembra quasi ottobre! Oh no, aspetta, qui è ottobre, si ma io di solito dico ottobre quando voglio dire autunno. Capite?
Questa è Sydney. Ogni volta bisogn ri-definire i propri schemi mentali quando si è qui.

In queste ultime settimane ho fatto una marea di incontri sorprendenti: opossum, canguri, onde oceaniche e perfino jacuzzi!

Io e Giallu abbiamo cambiato casa, ora viviamo a 100 metri rispetto alla nostra vecchia casa, ma in un edificio molto più borghese, con moquette a fiori per le scale, ambiente molto soft ed inglese, piscina e jacuzzi coperte nel bellissimo giardino con palme ed azalee fiorite. Insomma, in termini grandefratelliani siamo passati dal tugurio alla suite! Giusto in tempo, a detta dei nostri ex coinquilini, per non veder scorazzare un topolone nel pavimento della nostra excucina!
L'incontro più particolare l'abbiamo fatto nella nostra vecchia casa, quando, la sera prima del trasloco, mentre stavamo sorseggiando il caffe' in giardino con i nostri coinquilini, il nostro opossum ha fatto capolino da dietro un ramo e si e' messo a guardarci; sembrava si godesse lo spettacolo ed i suoi occhietti sembravano dire: "ma che strane creature quelle lì, niente peli, camminano solo su due zampe, e fanno un sacco di rumore... però che profumino, chissa' se mi danno qualcosa da mangiare". Siamo stati li una mezz'oretta, e dopo qualche foto e qualche pezzo di pane mangiucchiato, il nostro amico opossum si è ritirato nella sua casetta chissà dove.
Questa è Sydney, animali uomo e natura sembrano aver trovato il giusto compromesso. Non è raro trovare pappagalli dai colori sgargianti al lato della strada e nemmeno grandi prati verdi nel centro della città.


Il secondo incontro sorprendente è stata la piscina nella nostra nuova casa, cum idromassaggio.
La prima volta ci siamo andati nel tardo pomeriggio di una domenica un po' freddina, non immaginate la sopresa. E' stato amore a prima vista. Da allora quasi tutti i pomeriggi dopo il lavoro ci si infila il costume e si fa un tuffo defaticante. Sembra di vivere in un sogno. Gli australiani anche in questo ci battono alla grande, sanno come godersi la vita e soprattutto sanno darsi, secondo me, delle regole ferree di comportamento che permettono loro di mantenere questo benessere. In un condominio enorme come quello in cui viviamo sarebbe difficile in Italia mantenere un tale livello di pulizia e manutenzione.


Il terzo incontro di cui voglio parlarvi oggi e' stato quello incredibile con i canguri!
Ho sempre sentito dire:"no di canguri liberi neanche l'ombra" ed invece.. Lunedi scorso qui era festa nazionale e con un altri 5 ragazzi, 4 italiani e un'australiana, abbiamo deciso di fare una gita fuori porta.
Cosa significa fare una gita fuori porta a Sydney? 400 km! 4 ore andare e 4 ore a tornare!!!
Le distanze qui sono incalcolabili! Sapevamo solo una direzione, il sud (che qui equivale ad andare verso il freddo!).
Verso metà mattinata ci siamo fermati a Kiama Beach, in cui c'era un piccolo mercatino proprio in riva al mare, molto kitch con cose che solo il gusto un po' anglosassone di questi quaggiù puo' apprezzare.
Ma lo scenario era molto suggestivo: le casette di legno, il mare, le rocce... In un punto della scogliera, vicino al classico faro tutto bianco che si vede nelle cartoline, c'era un buco enorme con il mare sotto e quando il mare e' piuttosto arrabbiato si formano degli spruzzi enormi. Ma posso solo raccontarvi cio' che non ho visto, perche' quel giorno il mare era calmissimo, sono o no l'1%?
Proseguendo verso sud, dopo aver superato Jervis Bay, abbiamo deciso di dirigerci a Pebbly Beach, che secondo la descrizione di uno dei libri che avevamo doveva essere un posto dimenticato dagli uomini, in cui i canguri liberi vanno in spiaggia a godersi anche loro il mare.. e noi volevamo vedere se era vero. Io ero alquanto scettica, ma ti pare che i canguri vanno in spiaggia? e soprattutto ti pare che si lasciano avvicinare?
E invece no, quando siamo arrivati praticamente c'erano più canguri che uomini! Una spiaggia gia' di per sè stupenda, selvaggia, con una vegetazione boscosa fino a riva quasi, ed il mare blu, di quel blu che solo l'oceano puo' colorare.
All'inizio eravamo un po' spavenati da questi coniglioni giganti che stavano li e ci guardavano pacifici, ma poi abbiamo iniziato ad avvicinarci e praticamente non abbiamo più smesso di fare foto e fare carezze e poi ancora foto... e poi ancora carezze... e poi dare loro del cibo .. e poi ancora foto..

L'incontro in assoluto piu' inaspettato e' stato quello con il cucciolo di una cangura che stavo accarezzando. Ad un certo punto infatti ho visto uno scoiattolino rosso rosso e senza pelo comparire dalla tasca della cangura, non era proprio bellissimo a dire la verità, ma mi ha fatto una tenerezza incredibile.
Se non fosse stato per la bufera che d'un tratto si è scatenata sulla spiaggia, è pur sempre primavera, non credo ci saremmo mai mossi da lì prima di sera. E tutto sommato è stato meglio così perchè all'andata non ci eravamo resi conto di quanto fossimo lontani da Sydney!
in conclusione, mi sento davvero fortunata.
Spero che vi faccia piacere condividere questi momenti indimenticabili.